La paura e il villaggio globale

Di Giorgio Mosconi

Se ci guardiamo indietro nel tempo possiamo osservare che da quando l’homo sapiens ha avuto paura è incominciato il progresso.

Oggi viviamo in un mondo spaventato, Ionesco e Woody Allen l’avevano riassunto con un commento spiritoso: Dio è morto, Marx è morto e anch’io non mi sento tanto bene.  Forse come si domandava Marc Augé[1]: Non sarà che, oggi, la paura della vita abbia rimpiazzato la paura della morte?

In un’epoca di diffusione incontrollata e velocizzata di immagini e notizie l’angoscia serpeggia nelle nostre menti, siamo passati dal terrore dei kamikaze a quello del virus.  Aprendo un giornale o internet ci si espone subito al contagio delle notizie che di solito sono poco rassicuranti: la crisi economica, quella climatica, il nucleare, la paura di nuove malattie, di qualche asteroide.  Tutte paure ipotetiche anche se realistiche, ma ora è arrivata la “Peste”.

Le paure che da diverso tempo ci angosciavano, pur avendo fondamenti oggettivi non sempre avevano conseguenze concrete e i virus ci avevano spaventato ma non più di tanto, non colpivano tutti i popoli in egual maniera e quelli più “evoluti” possedevano delle cure.  Come in quell’angoscioso film di Bergman il settimo sigillo, oggi la morte gioca a scacchi con noi, ma come spesso accade il terrore della morte, l’ansia che produce l’isolamento deve cedere il passo all’amore per la vita.

In questi ultimi mesi, abbiamo modificato le nostre abitudini quotidiane e questo cambiamento sta influendo sulla nostra psiche. Le immagini più ancora delle parole, esercitano un ruolo essenziale.  La terra, a causa delle recenti scoperte dell’uomo è diventata un villaggio globale, come la chiamava McLuhan, e le sue immagini vengono trasmesse in tempo reale permettendo a quasi tutti di assistere alla visione in diretta di ciò che sta accadendo anche se esistono ancora, qua e là, dei dittatori che gestiscono a loro modo le informazioni e in qualche paese più o meno sottosviluppato manca ancora la tecnologia.

Quello che uno vede e sente sui giornali, nei telegiornali e nel web è talmente influenzato e manipolato da coloro che ci mandano questi segnali che è difficile districarsi tra notizie vere, verosimili o ingannevoli, non solo, la nostra psiche da tempo divenuta passiva di fronte alle immagini che le vengono presentate è più predisposta ad una visione del mondo consensuale e omologata.  Il dominio delle immagini sulla mente collettiva del nostro tempo è quasi assoluto.  Come diceva nel lontano 1957 Vance Packard: “sono all’opera su vasta scala forze che si propongono…di convogliare le nostre abitudini inconsce…i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi in prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali.  E’significativo che tali forze cerchino di agire su di noi a nostra insaputa, si che i fili che ci fanno muovere sono spesso occulti.[2]”

I media sono così radicati nella nostra vita sociale e psicologica che non si possono più trascurare, essi contribuiscono alla costruzione della nostra moderna immagine del mondo, creando microcosmi che possono diventare più verosimili del nostro mondo reale.  Le tecniche di ripresa e di montaggio sono talmente sofisticate da rendere irriconoscibile, per la massa del pubblico, la verità dei fatti.

In questi tempi, dopo l’arrivo della pandemia, queste considerazioni sono ancora più vere.

Siamo bombardati da tutte le parti da notizie ed abbiamo difficoltà a districarci al loro interno.  Il mezzo tecnico, la tv o il web, non meno dei giornali hanno una capacità tecnologica che gli permette di darci una serie di messaggi che per noi è quasi impossibile verificare, dobbiamo scegliere la fonte in cui crediamo di più: il Governo, i Partiti, gli apparati scientifici, ecc. ecc., per non parlare delle fake news che per alcuni sono diventate l’oracolo.  Sul web in questi giorni ne girano infinite, ognuno può credere a qualunque di esse, tutto dipende da come è contorta la sua psiche e noi sappiamo che l’inconscio produce tutto e il contrario di tutto.  Possiamo fare appello alla nostra coscienza o al nostro inconscio che, devo riconoscere, è molto più interessante…

Per chi osserva un’immagine o legge un’informazione essa assume un significato che dipende sia dall’esperienza del mondo che lo circonda, sia dalla propria realtà interiore.  Alcuni propagano notizie che ad una prima lettura apparentemente sono veritiere, leggendole con più attenzione scopriamo che sono ingannevoli e che confondono deliberatamente la verità con il falso.

Il mondo intero è cambiato in funzione dell’informazione sia essa sui giornali, in televisione e soprattutto sul web, questa autostrada mediatica che parla di tutto e del suo contrario.  L’immaginario collettivo viene rimodellato sulla base di una cultura generalizzante che lentamente e subdolamente impoverisce le culture originali omogeneizzando pensieri e comportamenti che diventano simili.  Queste nuove tecnologie non aiutano la loro credibilità, al contrario le tecniche che vengono utilizzate rendono irriconoscibili, per la massa del pubblico, la verità dei fatti e la disorientano.

Jung nella sua opera che segna la separazione da Freud, Simboli della trasformazione, indaga su una delle funzioni della coscienza, il pensiero, e fa una distinzione affermando che esso è composto da due forme, quella indirizzata e quella non indirizzata.  La prima riguarda appunto il pensiero logico e razionale e segue il principio di non contraddizione, la seconda indica l’attività immaginativa, fantastica e accetta il disaccordo e l’antinomia.  Questi due modelli di pensiero hanno entrambi una loro validità, ma quando è in ballo la salute fisica di tutti si deve utilizzare soprattutto la forma indirizzata e il suo pensiero logico e razionale.

In queste ultime settimane abbiamo assistito proprio a questo, le numerose informazioni che ci venivano suggerite dai media, erano contraddittorie, quando non deliberatamente falsificate, e rendevano impraticabile arrivare ad una verità univoca.  Noi sappiamo che è difficile arrivare alla verità, ammesso che ce ne sia solamente una e così non è, ma nel campo della scienza e soprattutto della medicina dobbiamo seguire il pensiero logico, razionale, volontario formato dai concetti, che segue il principio di non contraddizione e solo da questo possiamo partire per dare al pubblico notizie il più possibile veritiere, ma soprattutto una soluzione scientifica alla malattia.

Poche volte come nel caso della pandemia ci siamo trovati immersi in una girandola di notizie vere e false.

In questi giorni si assiste ad una polarizzazione sempre più netta tra le due superpotenze, da una parte si è visto un falso video di italiani che applaudivano dal balcone al suono dell’inno cinese, dall’altra gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di non aver controllato bene i laboratori dove si facevano esperimenti sul covid, se non addirittura di averlo propagato di proposito.  Qual è la verità?  Non ha importanza, c’è un tratto che lega questi avvenimenti, essi sorgono da un’infinità di false notizie che è difficile verificare e che sono tutte oggetto di un immenso sfruttamento mediatico.

Ma la Storia non è finita, l’uomo saprà uscire anche da questa fase che ci procura così tanta angoscia, forse ci cambierà, temporaneamente, ma poi tutto tornerà come prima con la paura e la speranza per il futuro.

[1] Augé, M.,  Le nuove paure, Bollati Boringhieri, Torino,2013, p.9.
[2] Packard, V., I Persuasori Occulti, Einaudi, Torino; 1958.