Quella che sto per raccontarvi è la trama di un film che probabilmente i cinefili, specie gli appassionati del neorealismo italiano, e gli estimatori di Vittorio De Sica conosceranno. Si tratta infatti del suo film Il Giudizio Universale del 1961. La storia è semplicemente geniale ed è frutto della collaborazione alla sceneggiatura con un maestro della scrittura del cinema neorealista, Cesare Zavattini. Trovandoci in un momento molto difficile e pericoloso per tutti, non posso rischiare che qualcuno non trovi il film o non lo abbia visto, quindi sarò necessariamente un po’ dispettoso e ve lo racconto a grandi linee, prima che la fine del mondo sia rimandata – speriamo – ad altra data. Chi lo ha visto è più fortunato, perché dovrà soltanto ricordarselo, chi non lo conosce mi auguro che riesca a trovarlo e goderselo nonostante, o per merito delle mie anticipazioni. Continua a leggere…
di Maria Teresa Cutrone
Quali sono le strategie che abbiamo escogitato per reagire alla pandemia e alla reclusione forzata? Ognuno ha trovato la sua strada: dedicarsi a buone letture, vedere film mai visti, preparare leccornie in cucina, mettere in ordine armadi e cassetti, ascoltare musica, suonare o cantare.
Preparare leccornie e dedicarmi alla musica sono le mie attività preferite, e sono quelle che hanno avuto più successo, in una sorta di contagio collettivo, un tam-tam che si trasmette attraverso i social media.
Il canto, questa forma d’espressione musicale primigenia che la razza umana ha scoperto da tempi immemorabili, ben prima che l’uomo imparasse ad articolare un linguaggio, serviva ad imitare i suoni della Natura e confondersi con essa, ad allontanare gli spiriti maligni, a celebrare le divinità, ad accompagnare danze di corteggiamento. Questa espressione meravigliosa di creatività, emozioni e sentimenti, esercita un potere taumaturgico sulla psiche dell’uomo. Continua a leggere…
Dal vostro corrispondente negli Stati Uniti, Les White
Il sette marzo, qui a Chicago, sono andato alla festa di compleanno di un’amica della mia insegnante di italiano. Lei spesso coinvolge i suoi studenti nelle sue iniziative, così ho incontrato tanti suoi amici e studenti e sono diventato amico perfino dei suoi figli e nipoti. Quando siamo venuti in Italia, noi studenti, siamo andati a trovare i suoi parenti e i suoi amici.
Dunque a questa festa che ha avuto luogo il giorno prima che il Governo italiano chiudesse la Lombardia per limitare la diffusione del coronavirus, nessun partecipante pensava che il virus potesse colpire anche noi! Sì, il virus rappresentava un grande problema solo per la Cina e adesso coinvolgeva l’Italia (e i Paesi che fanno business con loro), ma niente di simile sarebbe potuto succedere qui negli Stati Uniti. Continua a leggere…
Il coronavirus ci sta costringendo ad un isolamento domestico che risulta pesante, turba i nostri piani, impedisce il normale svolgimento delle nostre vite. A farne le spese sono soprattutto gli anziani, che già in condizioni normali vivono una realtà di isolamento, che al momento però risulta ulteriormente accentuata. L’essere costretti a casa ci toglie molto ma, forse, ci dà anche la possibilità di ripensare alla nostra società e di reimparare, come invita a fare lo storico contemporaneo Franco Cardini, a coniugare il pronome “noi” anziché declinare sempre e soltanto il pronome “io”, a riscoprire il valore ed il ruolo del soggetto anziano, che non è più soggetto economico e dunque non è – come sostiene lo psichiatra Vittorino Andreoli – homo faber. Continua a leggere…
Qualche giorno fa ho visto su un canale nazionale un film del 1960: Il mondo di Suzie Wong diretto dal regista Richard Quine con Nancy Kwan e Willman Holden. Il film è tutt’altro che un capolavoro e racconta la storia d’amore tra un pittore americano e una prostituta di Hong Kong ambientato nei quartieri degradati di quella grande città asiatica negli anni cinquanta.
Mi chiedevo perché, in questi giorni particolari, un canale televisivo nazionale avesse programmato proprio questo vecchio film e la risposta la ebbi riguardandolo dopo tanti anni. Continua a leggere…
Nonostante la cancellazione del convegno …e l’inconscio creò il cinema, previsto per oggi 4 aprile 2020, abbiamo deciso di pubblicarne gratuitamente i contributi. Saremo felici di ricevere un gentile riscontro di questa iniziativa da tutti coloro che la condivideranno.
Leggerete le idee e le opinioni dei nostri amici esperti di cinema e psicoanalisi Simona Argentieri, Lucilla Albano, Vittorio Giacci, Angelo Moscariello, Leopoldo Santovincenzo, Sergio Benvenuto, Les White, Roberto Oliveri del Castillo, Claudia Chiavaro, e dei soci del Centro Studi Roberto Cantatrione, Giorgio Mosconi, Ida Caruso, Maria Teresa Cutrone, Vincenzo Leccese, Amedeo Caruso. Ci rammarichiamo della mancanza del contributo di Giovanna Gagliardo, che per impegni di lavoro non è riuscita a inviarci il suo testo. Continua a leggere…
Fino a ieri eravamo orgogliosi del fatto che negli ultimi settantacinque anni il mondo occidentale non avesse conosciuto conflitti armati a livello mondiale. Ma c’eravamo illusi. All’improvviso, come in un film catastrofistico di fantascienza, tutto è cambiato. Un agente patogeno al momento ancora misterioso e invincibile diventa un killer inafferrabile e micidiale, facendo piombare l’umanità in una guerra non convenzionale (così l’ha definita il Presidente Francese Macron, e non solo lui). Non dobbiamo difenderci da bombe atomiche o altre terribili minacce di armi sofisticate: dobbiamo combattere contro un nemico che abbiamo cominciato appena a studiare, una bomba “umana”. Continua a leggere…
Noi terrestri abbiamo sempre due facce, una angelica, l’altra diabolica. Quella soave e dolce è la componente generosa, compassionevole, affettuosa, amorevole. L’altra faccia, quella infernale, ci rende capaci di uccidere i nostri simili, come nelle guerre. Siamo caratterizzati da una indole duplice, e questo lo ha scoperto, prima di Freud, un maestro della letteratura, Robert Louis Stevenson, scrivendo un libro che è capolavoro: Il dottor Jekyll e mr Hyde. Questi due convivevano in un unico personaggio, finché la parte luminosa del bravo medico Jekyll viene sopraffatta dal mostruoso mr Hyde e Jekyll, per eliminarlo, finisce per uccidersi non riuscendo ad accettare il male che è in sé. Freud ha scoperto più di 120 anni fa che l’io non è padrone in casa sua. Questo vuol dire che non siamo sempre capaci di conoscerci completamente e abbiamo tutti una parte segreta, anche malata, che vuole dire la sua e che va ascoltata. Altrimenti, pena, una grande sofferenza e soprattutto l’impossibilità di sapere davvero chi siamo. Continua a leggere…
Benvenuti nel podcast del Centro Studi Psiche Arte e Società. Io sono Amedeo Caruso, presidente di questa associazione nata nel 2014. Insieme a Giorgio Mosconi, attuale vicedirettore della nostra rivista, abbiamo lasciato per incompatibilità ideologiche e comportamentali il Centro Studi Psicologia e Letteratura che abbiamo fondato nel 1992 insieme al nostro maestro e amico Aldo Carotenuto psicoanalista junghiano noto in tutto il mondo per i suoi scritti. Ha lasciato con noi il vecchio Centro Studi anche Roberto Cantatrione, attuale vicepresidente. Gli altri amici, soci del Centro Studi Psiche Arte e Società, sono la dott.ssa Ida Caruso, la prof.ssa Maria Teresa Cutrone e il dott. Vincenzo Leccese, che conoscerete nelle prossime puntate. Ulteriori notizie le troverete nel n.1 della nostra rivista Psicologia della diversità che abbiamo da pochissimo messo a disposizione gratuitamente sul nostro sito www.psicheartesocieta.it, unendoci alle varie iniziative di solidarietà digitale per questi tempi così difficili in cui un aiuto non soltanto medico, ma anche psicologico, è sicuramente indispensabile. Sullo stesso sito, con il gentile consenso della casa editrice Lithos di Roma, troverete anche il mio libro più recente, dal titolo Contro Lacan, in cui contesto alcune teorie di questo psicoanalista, ma soprattutto propongo una difesa di una psicoterapia dal volto umano, che aiuti le persone a star meglio psicologicamente e non sia solo speculativa, oserei dire masturbatoria, e troppo contorta come secondo me è quella lacaniana.
L’argomento di cui tratteremo in questa prima puntata si intitola: Psicoriflessioni antivirali Continua a leggere…
Il Presidente Amedeo Caruso si unisce alle iniziative di solidarietà digitale, offrendo, con il gentile consenso della casa editrice Lithos di Roma, la versione in pdf del suo libro più recente dal titolo Contro Lacan. Il libello può essere considerato un necessario farmaco intellettuale, di facile leggibilità e comoda digestione, nei confronti del capostipite (e dei seguaci) di una corrente psicoanalitica ancora oggi molto dominante ma non sempre utile e valida per l’autore, che ne discute alcune caratteristiche davvero astruse e incomprensibili e valutandone i lati deboli soprattutto dal punto di vista terapeutico. Continua a leggere…