Nella cornice definita dall’incontro/scontro tra Giustizia e Psiche, il convegno ha offerto letture soggettive di aspetti problematici, con l’intento di lanciare messaggi ed evidenziare criticità. Gli interventi, pur nelle differenti ottiche, hanno mostrato – quale comune denominatore – quella prospettiva junghiana che evidenzia la fondante interdipendenza dell’individuo e della collettività. Tra gli ospiti, Fabrizio Petri, auspicando una integrazione tra Oriente ed Occidente, ha evidenziato l’utilità di un adeguato distacco, quale quello conseguibile in un percorso di individuazione, utile a compiere il percorso nel rispetto e nella tolleranza delle diversità dell’Altro. Giorgio Putti si è addentrato nel tema della corruzione, illustrandone le fattispecie ed i recenti provvedimenti adottati per limitarne la diffusione, mentre Roberto Lombardi ha ricordato e commentato criticamente alcuni eventi storici nei quali è stato ristabilito l’Ordine ma non la Giustizia. Letizia Proietti ha presentato un excursus sulla vexata quaestio delle unioni omosessuali, mettendo in luce gli innovativi orientamenti della Corte Costituzionale. Simonetta Putti si è soffermata sull’attuale situazione legislativa rispetto ai diritti civili, auspicando un radicale mutamento di mentalità rispetto a questi temi fondamentali. L’intervento è stato integrato da Emilio Coveri, presidente dell’associazione EXIT, che ha illustrato quali strettoie debba attraversare – oggi – chi vuole liberamente decidere del proprio fine vita. Il presidente Amedeo Caruso ha rivisitato casi storici e letterari di varia in-giustizia, propugnando la tesi che Psiche e Arte ci possano aiutare a costruire una società migliore. E noi tutti speriamo e concordiamo con questa proposta.
Gli atti del convegno sono contenuti nel secondo numero di Psiche Arte e Società dal titolo Psiche e Giustizia. Se sei interessato, contattaci per sapere come averlo.