Cine-Obituary

Maria Criscuolo

Anne Wiazemsky

1947 – 2017

La Wiazemsky, ovvero l’Anna numero deux di Godard (uniti in matrimonio nel 1967), ha già debuttato nel 1966 con Bresson in Au Hasard Balthazar (un film imperdibile, prendete nota per favore). Nel film La cinese, del tremendo (capirete tra poco perché) Jean-Luc, è già sua moglie e lo sarà per dodici anni, fino al 1979. Con lui gira anche Week End – un uomo e una donna da sabato a domenica; Vento dell’est, Lotte in Italia e Vladimir et Rosa (di questi tre come regista risulta il gruppo Dziga Vertov, ma Jean-Luc è il co-regista dominante) e quindi Crepa padrone, tutto va bene del 1972, con Jane Fonda e Vittorio Caprioli.

Anne, che ha un “pedigree” di tutto rispetto essendo la nipote dello scrittore premio Nobel François Mauriac, e figlia di un diplomatico russo e di una scrittrice e attivista, ha girato anche altri ottimi film e scritto diversi libri. Quell’impertinente di Sartre (che invece il Nobel lo rifiutò) fulminò il nonno con un giudizio impietoso: i romanzi li scrivono gli uomini per gli uomini. In un’ottica divina che trafigge le apparenze senza arrestarsi, non esiste romanzo, non esiste arte, perché l’arte vive di apparenze. Dio non è un artista; lui nemmeno.

Della Wiazemsky ho letto tutto d’un fiato Un anno cruciale (titolo assai più accattivante di quello francese), da cui è stato tratto quel delizioso film del 2017 dal titolo Il mio Godard del regista Michel Hazanavicius, con due attori perfetti, Louis Garrel e Stacy Martin. Non ve lo perdete, che siate amanti della nouvelle vague oppure no, dato che il film (come il libro) rivela tutti i lati bui di questo semi-dio del cinema e ce lo rende umanamente antipatico al punto giusto, facendosi perdonare solo perché è stato così geniale nella sua arte. Ma quando si arriva a leggere nel libro (pag. 201) che Jean-Luc odiava tutto quello che aveva anche solo lontanamente a che fare con la psicoanalisi credo che quelli del mestiere non possono che biasimarlo e compiangere la pesantezza che ha governato la relazione con la spiritosa e brava Anna. Lo sfottò del super rivoluzionario Godard nel film e nel libro ci ripaga del disprezzo (che film, ragazze!) per la sua opinione sull’invenzione di Freud!

Lucia Bosè

1931 – 2020

Forse una delle più belle attrici del cinema italiano, nel quale ha lasciato il segno a cominciare da Michelangelo Antonioni per Cronaca di un amore, il primo film del grande ferrarese per il quale avrebbe poi lavorato anche nel 1953 per La signora senza camelie, un distinto film. Fu fidanzata con Walter Chiari (l’unico vero play boy italiano di spessore che fece innamorare di sé Elsa Martinelli, la cantante Mina e perfino Ava Gardner). Il non ancora famoso Ottavio Missoni se n’era innamorato. La scopre (solo professionalmente) Luchino Visconti, che diventa anche il padrino del figlio Miguel Bosè, cantante leggero che ha vissuto parecchi anni di gloria. Torna al cinema dopo aver sposato quel gran torero e gran traditore di Dominguìn e ricompare sempre bellissima nel Satyricon (1969) di Fellini e nel Metello (1970) di Bolognini. Si dedica ad un progetto quasi insostenibile come il museo degli angeli ormai chiuso, purtroppo. Si distinse nella terza età per i capelli di un azzurro magico. A 80 anni è in Messico per un set cinematografico e mastica foglie di coca. Picasso fu suo amico. Fu una strepitosa Miss Italia 1947. Ma lo psicofuturista desidera ricordarla per un film poco visto e poco amato, La colonna infame di Nelo Risi del 1973 di incredibile attualità. Si tratta di una pellicola tratta dal saggio storico del 1840 di Manzoni (e che gli sarà di grande utilità per la “confezione” dei Promessi sposi) che prende il titolo dal monumento fatto erigere nel 1630 dal governo milanese a futura memoria del misfatto ordito barbaramente dalla “giustizia” contro due poveri cittadini, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, che furono torturati in modo inverosimile (manco li Turchi! …altro che il libro di Arbasino). Il cast del film è composto oltre che da Lucia Bosè che interpreta la moglie di Mora (Francisco Rabal), Sergio Tofano, Vittorio Caprioli, Helmut Berger, Salvo Randone. Cercatevi il film, ne vale la pena, per lei e per gli altri pezzi da novanta che vi recitano.