Di Giorgio Mosconi
Se ci guardiamo indietro nel tempo possiamo osservare che da quando l’homo sapiens ha avuto paura è incominciato il progresso.
Oggi viviamo in un mondo spaventato, Ionesco e Woody Allen l’avevano riassunto con un commento spiritoso: Dio è morto, Marx è morto e anch’io non mi sento tanto bene. Forse come si domandava Marc Augé[1]: Non sarà che, oggi, la paura della vita abbia rimpiazzato la paura della morte?
In un’epoca di diffusione incontrollata e velocizzata di immagini e notizie l’angoscia serpeggia nelle nostre menti, siamo passati dal terrore dei kamikaze a quello del virus. Aprendo un giornale o internet ci si espone subito al contagio delle notizie che di solito sono poco rassicuranti: la crisi economica, quella climatica, il nucleare, la paura di nuove malattie, di qualche asteroide. Tutte paure ipotetiche anche se realistiche, ma ora è arrivata la “Peste”. Continua a leggere…