Quella che sto per raccontarvi è la trama di un film che probabilmente i cinefili, specie gli appassionati del neorealismo italiano, e gli estimatori di Vittorio De Sica conosceranno. Si tratta infatti del suo film Il Giudizio Universale del 1961. La storia è semplicemente geniale ed è frutto della collaborazione alla sceneggiatura con un maestro della scrittura del cinema neorealista, Cesare Zavattini. Trovandoci in un momento molto difficile e pericoloso per tutti, non posso rischiare che qualcuno non trovi il film o non lo abbia visto, quindi sarò necessariamente un po’ dispettoso e ve lo racconto a grandi linee, prima che la fine del mondo sia rimandata – speriamo – ad altra data. Chi lo ha visto è più fortunato, perché dovrà soltanto ricordarselo, chi non lo conosce mi auguro che riesca a trovarlo e goderselo nonostante, o per merito delle mie anticipazioni.
In un’Italia post-bellica, a Napoli, improvvisamente dall’alto dei cieli tuona una voce perentoria che annuncia imminente il Giudizio Universale. La voce si fa sentire inesorabile giorno dopo giorno e il regista segue le vicende di diversi personaggi interpretati da attori perfetti, scelti con acume e guidati sapientemente. Volete sapere chi sono? Vittorio Gassman e Silvana Mangano, Alberto Sordi, Anouk Aimée e Nino Manfredi, e quindi Ernest Borgnine, Fernandel, Jack Palance, Lino Ventura, l’attore teatrale Paolo Stoppa e ancora Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Renato Rascel e perfino Mike Bongiorno e Domenico Modugno che rappresentano un’opera corale e indimenticabile, dipingendo noi italiani e il mondo come siamo veramente e come forse sempre saremo.
Sono cinico? Diciamo che sono dell’idea di Gramsci, pessimista nella ragione e ottimista nella volontà, e speriamo bene…
Per non essere così perfido da rovinare la visione di questo capolavoro a chi non l’ha mai visto, ma non posso sottrarmi dall’avvisare sulla tematica che ci riguarda direttamente, sì, proprio noi che siamo appena entrati nella cosiddetta “fase 2” del Covid19 e che potrebbe vederci tutti “pascolare” (…un po’ di immunità di gregge non guasta, vi pare?) …pascolare all’aria aperta con tanto di permesso insieme a tutti i nostri “congiunti” …a ciascuno il suo, come recita il titolo di un bellissimo romanzo di Leonardo Sciascia, portato sullo schermo da Elio Petri nel 1967. Ma non è di questo giallo che voglio parlare, anche se un po’ di mistero e di stranezza in tutta questa storia del virus SARS-Cov-2 aleggiano nei media in modo impressionante… anche un Premio Nobel come Luc Montagnier ha diffuso alla stampa notizie nascostamente complottistiche e poco attendibili, poi smentite dalla comunità scientifica.
Ma torniamo al Giudizio Universale di De Sica. Dentro questa storia fatta di cattiveria, pentimenti, paure e tentativi di redenzione, il mio personaggio preferito rimane l’Albertone nazionale, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita e non solo quello di Fellini. Perciò colgo l’occasione per applaudire da questo podcast il bravissimo attore Edoardo Pesce protagonista del film Permette? Alberto Sordi visto recentemente sul piccolo schermo, per la regia di Luca Manfredi, figlio di Nino Manfredi che abbiamo ricordato poco fa come una delle presenze significative del Giudizio Universale. Il film non ha perso un’unghia della sua graffiante rappresentazione della triste e fragile condizione umana, un’opera che piacerebbe a Balzac, sublime pittore delle miserie e delle grandezze del genere umano. Non riesco proprio a dimenticare la bravura di Alberto Sordi nei panni di un diabolico trafficante di bambini, che li acquista da famiglie povere per venderli a ricchi americani senza figli.
Insieme a questa storia del Giudizio Universale, che tocca con sarcasmo e compassione il comportamento del genere umano in condizioni di pericolo, come quello che stiamo vivendo in un’era che sarà ricordata nella storia, mi torna alla memoria il film 1975: Occhi bianchi sul Pianeta Terra girato da Boris Sagal nel 1971. Charlton Heston, in questa pellicola, interpreta un medico sopravvissuto a una guerra batteriologica che ha sterminato il genere umano. Costui si propone, data la sua incredibile immunità, di mettere a punto un vaccino, per dare un futuro ai superstiti. L’affare è complicato dal problema che la malattia rende incapaci di affrontare la luce, mentre l’eroe tenterà di portare a compimento la sua missione.
Charlton Heston poi sarà anche il protagonista dei due primi film della saga del Pianeta delle scimmie, con una tematica assai simile e ghiotta per noi psicoanalisti, sempre sulla follia umana.
Per chi ama leggere, segnalo il libro di Richard B. Matheson Io sono leggenda da cui è stato tratto questo film che ha avuto anche un’altra edizione nel 2012 dal titolo omonimo per la regia di Francis Lawrence, ma ho scoperto che Matheson ha anche collaborato a due serie televisive eccellenti, ovvero Ai confini della realtà (prima serie) e Alfred Hitchcock Presenta, che era roba che mi incantava da adolescente, davanti al televisore, meglio di qualunque magico ipnotizzatore con cilindro e bacchetta magica.
Di sorprendente attualità è ancora il film 2022: i sopravvissuti, girato però nel 1973, che può vantare lo stesso protagonista, Charlton Heston nei panni del Detective Thorn, alle prese questa volta con un mondo sconquassato dall’inquinamento (profetico, non vi pare?) e dalla sovrappopolazione. A proposito della sovrappopolazione, ricordo che a questo problema aveva già pensato Paul R. Ehrlich, professore della Stantford University, che pubblicò nel 1968 il libro The Population Bomb.
Proprio quell’anno ne acquistai una copia l’estate stessa in Inghilterra, dove apprendevo la lingua e ne parlai al ritorno con gli amici e i professori a scuola, pavoneggiandomi con questa teoria che alla fine sta dando abbastanza ragione al suo teorico, se consideriamo che all’epoca del film la popolazione mondiale era poco più di tre miliardi e mezzo, mentre oggi siamo quasi otto miliardi.
Dunque I sopravvissuti, girato da Richard Fleischer (autore di un altro film fondamentale di fantascienza, Viaggio allucinante, ricordate quella storia dell’equipaggio che viene rimpicciolito e iniettato nel sangue di uno scienziato da salvare?), è anche un delizioso film di spionaggio e non solo ecologico, dove il duro e bellissimo Charlton Heston riesce a scoprire i responsabili della gestione criminosa del cibo durante la carestia. Una giusta pellicola per riflettere anche sui mali che ci affliggono e su qualcuno che forse ce l’ha messa tutta per avvelenare il pianeta, forse tutti noi insieme, distruggendo le foreste e aumentando spaventosamente l’anidride carbonica e il particolato che incrementano la mortalità da virus.
Concludo consigliando un servizio della trasmissione Report di RAI 3 andato in onda il 13 aprile 2020. Nell’inchiesta si parla di un grande latifondo in Patagonia, dove, per far pascolare il bestiame, sono stati distrutti un’enormità di alberi. E inoltre dallo stesso Report è emerso che per produrre una quantità incredibile di bresaola, di cui i maggiori consumatori sono per primo il Giappone e anche l’Italia fa la sua parte, vengono distrutte un’infinità di piante per consentire sempre un pascolo degli zebu (con la cui carne si produce la bresaola) in Brasile, Mato Grosso e in Amazzonia, operando un’orribile deforestazione. Questa storia proprio non la digerisco e così potrebbe fare anche il mio stomaco con tutte le carni di cui non conosco la provenienza.
Per consolarmi e consolarvi varrà la pena di vederci o rivederci il film La vita è meravigliosa di Frank Capra, che era un inguaribile ottimista e forse ci contagerà con la sua sana positività.
Buone visioni e buona salute a tutti.